BENVENUTI

Benvenute e bevenuti su questa piccola isola, dove sono disseminati indizi e tracce.
A ognuno di noi, la scelta e l'impegno della scoperta che porta a un progetto, a una storia, a un evento, comune e allo stesso tempo personale.

Buon viaggio ai viaggiatori e ai curiosi della vita


STORIE DI LOG OUT

...O per meglio dire "siccome può accadere talvolta, che ciò che ci accade non accade solo a noi, forse vale la pena di scriverlo e farlo diventare patrimonio di tutti ."
Questo è un luogo per raccogliere le esperienze di quanti, forse,
si sono sentiti diversi in un mondo virtuale di omologati, decidendo di non poter pagare il dazio nè di voler cambiar nulla di ciò che per altri funziona bene così... ma semplicemente sentono possibile parlarne ... Speriamo di avere tra gli ospiti molti di voi abitanti ed ex abitanti del mondo virtuale che ci ha visti viaggiatori ignari e speranzosi di trovare la realizzazione di un sogno. Ci piacerebbe avere ospiti anche avatar di ''fama'' i quali sapranno parlarci della loro esperienza di immersione cosi totale. Vivere una vita virtuale costa tempo.

QUESTO BLOG E' STATO CREATO IL 1 MAGGIO 2010

Per pubblicare la storia, anche anonima, del vostro log out o del vostro stay-in o in-and-out scriveteci qui:

secondlifevsreallife@gmail.com




sabato 29 maggio 2010

Malati di Internet: chi passa sei ore collegato in Rete. Ecco il profilo medico-psichiatrico. Continua a leggere: http://www.webmasterpoint.org/news/malati-di-internet-sei-ore-collegati-in-rete-profilo-medico-psichiatrico

Il ministero della Salute cinese sembra intenzionato ad adottare un nuovo manuale sull’Internet Addiction Disorder (IAD) dopo la ridefinizione operata dall’Ospedale Generale Militare di Pechino su quella che a detta di molti esperi rappresenta una vera e propria malattia mentale.
A riportare la notizia il quotidiano China Daily, che specifica quali siano i nuovi sintomi che per i medici cinesi indicano la presenza dello IAD: navigazione su Internet per più di 6 ore al giorno, con pesanti interferenze sul lavoro e sullo studio, tensione e irritazione provata dall’utente che non riesce a connettersi alla Rete. Il termine Internet Addiction Disorder è stato coniato nel 1997 da Ivan Goldberg, che ne propose l’introduzione nel DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, equiparandolo a un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo. Una proposta osteggiata da alcuni esperti, che ritengono che la dipendenza da Internet non possa essere considerata una vera e propria malattia. Polemiche a parte, appare indubbio che negli ultimi anni il tema di un sano rapporto con la Rete sia dibattuto sia negli ambienti medici che in quelli professionali.
Secondo lo studio dell’ospedale cinese, i web-dipendenti si riconoscono per le attività particolari con le quali occupano il proprio tempo: giochi on line, visite nelle pagine pornografiche, reti sociali virtuali, acquisti attraverso Internet e navigazione in generale. La Cina, ricordiamo, ha la popolazione di internauti più grande al mondo, 253 milioni di netizen, il 10% dei quali, secondo gli esperti, hanno meno di 18 anni e si comportano come dei veri e propri web-maniaci.
Gli stessi esperti suggeriscono che la cura per questo tipo di problematica è molto simile a quella utilizzata nei disturbi affini, come quello ossessivo-compulsivo, e consiste nella progressiva sostituzione della vita virtuale con attività in gruppo e occasioni per socializzare nella vita reale.

Autore: Arianna Bernardini

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